Lebron James: a man with a mission (anche sui social)

Lebron James: a man with a mission (anche sui social)

È bastata un’occhiata disinteressata alla stagione dei Cavs per capire che i Playoff di quest’anno avrebbero richiesto un Lebron James in versione Monstre. La regular seasono aveva già presentato, probabilmente, il miglior Lebron in carriera, a tratti a dir poco spaventoso nella capacità di produrre e tarscinare la squadra. Un trend che è proseguito nei Playoff, prima con Indiana e adesso con Toronto.

Una prestazione via l’altra da stropicciarsi gli occhi, tra triple doppie e canestri decisivi. Una missione che non è passata inosservata neanche sui social, tra i fan più accaniti e gli immancabili haters. Ma Lebron è così, capace, come tutti i grandi, di dividere e creare conversazioni.

Lebron James, i volumi delle conversazioni nell’ultimo mese

Quasi un milione le conversazioni da inizio Aprile sui social sul tema Lebron James,. Un numero che esemplifica bene l’interesse e che ha giovato del buzz riguardante l’inizio Playoff, ma senza dubbio anche delle ottime prove del Re.

Alti anche gli autori unici, a dimostrazione del folto seguito che l’NBA odierna ha a livello digital.

lebron james

Il picco maggiore tra il 26 e il 27 Aprile con il canestro della vittoria delo stesso Lebron in gara 3 nella serie contro Indiana. Ecco i principali contenuti artefici di questo picco:

lebron james

Lebron James: sentiment e interazioni

Spostando l’analisi du parametri più “qualitativi” ci accorgiamo di quanto l’ultimo mese abbia spostato la percezione degli utenti su Lebron. Il sentiment positivo si attesta sul 23% (quello medio degli utlimi 13 mesi era al 20%), ma a cambiare in modo netto è quello negativo che passa dal 18% dell’ultimo anno al 11%. Anche in questo caso le variazioni sono strettamente connesse alle gare giocate.

Molto alte anche le interazioni che vanno vicino ai 6 milioni e mezzo (6,4M).

lebron james

I principali topic

Tra le tematiche trattate sono ovviamente i playoff e la serie con Indiana a dominare la scena. Presenti anche gli immancabili richiami alla gara e ai singoli gesti che ne fanno parte come ASSIST, REBOUND, BLOCKS. Interessante la presenza di #WHATAVERITTAKES, l’hashtag ufficiale lanciato dai Cavs per questi playoff.

Sempre più importante l’uso degli emoji nelle comunicazioni social odierne: presente infatti la corona, simbolo che richiama il soprannome di Lebron “The King”.

lebron james

Lebron James: le conversazioni su Twitter

Approfondendo l’analisi su Twitter, troviamo tra gli account menzionati maggiormente ovviamente quello dei Cleveland Cavaliers, quelli di King James e di alcuni celebri opinionisti tv americani. Tra tutti spiccano Shannon Sharpe, ex campione di Football oggi prestato alla televisione, e Skip Bayless, protagonisti di Undisputed, nota trasmissione di Fox Sports 1.

Nessuna sorpresa sugli hashtag utilizzati, strettamente legati ai playoff. La maggiorparte sono hashtag ufficiali, dimostrazione dell’ottima comunicazione inrapresa dalla NBA e dai suoi team.

lebron james

Tra i contenuti più rewtittati troviamo invece un tweet ironico sulla love stories tra Tristan Thompson, compagno di Lebron (oltre 31mila retweet). Seguono contenuti più legati al basket, con forte richiamo alle prestazioni top di Lebron.

lebron james

NB: l’analisi è stata realizzata con Talkwalker

Carmelo Anthony agli Oklahoma City Thunder: opinioni e sentiment dai social

Carmelo Anthony agli Oklahoma City Thunder: opinioni e sentiment dai social

Per battere questi Golden State Warriors serviva un miracolo (o quasi). La strada da recuperare per molte franchigie era molta e d è forse per questo che abbiamo assistito a una estate scoppiettante lato trade. Lo scambio Irving-Thomas, Chris Paul dal barba Harden e l’arrivo di Paul George ai Thunder sembravano già sufficienti, ma il bello doveva ancora arrivare. Abbiamo dovuto aspettare il 24 Settembre per assistere alla magia di Sam Presti: Enes Kanter, Doug McDermott e una futura seconda scelta per Carmelo Anthony.

Uno sconquasso che porta prepotentemente in corsa per il titolo il team guidato dallo scorso MVP, Russel Westbrook e che rende una vera guerra la prossima Western Conference. Una trade che non poteva che generare molto rumore sui social. ma per questo, come al solito c’è Social Bar Sport.

La trade di Anthony: volumi e temi

13.783 i post sulla trade dal 24 Settembre, giorno della stessa, ad oggi. Il picco massimo è stato proprio il 24 Settembre con 4.657 post realizzati.

Analizzando i contenuti in Twitter troviamo subito contenuti molto interessanti. L’account con più menzioni non è quello di Carmelo o dei Thunder, ma bensì @wojespn, ovvero Adrian Wojnarowski, non un semplice giornalista, ma un vero guru del mondo e dei rumors NBA e primo a dare notizie della clamorosa trade.

Lato top hashtag al di là dei prevedibili #nba sono quelli delle due squadre coinvolte (#thunder e #knicks) e dei giocatori a farla da padroni. Interessante la presenza di #nba2k18, legata al celebre videogmae sul basket Nba 2k. La presenza dell’hashtag si giustifica con la comunicazione della presenza nel gioco di Carmelo già con la nuova maglia.

Lato Instagram invece sono Carmelo Anthony e i Thunder le principali tematiche. Qualche segno anche di NY e tanto basket completano il quadro.

Tra le tematiche protagoniste dei contenuti postati rilevanti quelle legate alla trade (es. Melo to Thunder) e i riferimenti alla nuova squadra (i Thunder) e alla strutturazione della trade stessa. La presenza di ESPN si spiega con il già citato Adrian Wojnarowski. Presenti anche gli Warriors, citati dai più in una rivalità per il dominio a West che fa già immaginare sfide epiche.

Topic che si ritrovano anche nella word cloud, ovvero le parole più utilizzate nei post sulla trade: i giocatori coinvolti e le principali realtà giornalistiche sul mondo NBA.

Anthony- Thunder: il sentiment sulla trade

Nettamente positive le opinioni degli utenti social sullo scambio: ben il 47% dei contenuti ha un sentiment positivo. Il 45% neutro è motivato dai molti contenuti (e condivisioni degli stessi) a tema informativo (news e giornali). Solo l’8% dei contenuti è negativo, per lo più legati ai dubbi sulla coesistenza positiva tra i nuovi big3 dei Thunder e sulle grosse lacune in fatto di difesa e panchina che la squadra ha.

Trend positivo che ha continuato a resistere ben oltre la data della trade, rinsaldato dal rinnovo di Russel Westbrook (e in cui la rade di Melo ha certamente influito) e sulla prima prestazione di Carmelo in maglia Oklahoma.

La trade Irving-Thomas vista dal mondo social

La trade Irving-Thomas vista dal mondo social

La partenza della stagione NBA è ancora lontana, ma arrivano già i primo botti. Lo scossone è arrivato settimana scorsa, quando in modo rapido e sorprendente i Boston Celtics e i Cleveland Cavaliers hanno dato vita ad uno scambio di quelli che lasciano il segno: via lo scontento scudiero di Lebron Kyrie Irving per Isaiah Thomas, Jae Crowder, Ante Zizic e la prima scelta Nets 2018.

Erano mesi che Irving si era esposto chiedendo la trade, stanco di fare il secondo violino e desideroso di poter essere leader franchigia. Una storia che ricalca, in parte, quella di James Harden quando abbandonò un Oklahoma da titolo per andare a fare la star a Houston. Il vero problema è che non parevano esserci occasioni valide per far diventare realtà il desiderio di Uncle Drew senza che Cleveland ci rimettesse troppo.

Dall’altro lato Boston, un team in rapida ripresa grazie al lavoro di Brad Stevens in panchina e quello di Danny Ainge al front office, capace la scorsa stagione di giocarsi la finale di Conference proprio contro Lebron e Irving. Una squadra che questa estate era riuscita a prendere Gordon Hayward, pupillo sin da Butler di Stevens, e tassello importante per rinforzarsi, ma che pareva ancora alla ricerca di quel tocco capace davvero di fargli fare il salto di qualità.

Il mettere sul piatto Thomas, leader della franchigia, ha stupito non pochi, ma era l’unico asset possibile per convincere i Cavs, che a dire il vero avrebbero volentieri evitato la grana Irving, ma che in questo modo portano a casa il massimo possibile.

Le conversazioni online

Una “bomba” del genere non poteva che far scatenare gli utenti dei social, molto attivi quando si parla di sport e di NBA. Quasi 314mila le conversazioni su social e web dal 20 al 27 Agosto, 265mila delle quali nella sola giornata del 22, quella della news. La totale assenza di post precedenti al notizia fa capire quanto fosse improbabile e poco pronosticabile questo scambio.

Andando ad analizzare i topic connessi allo scambio appare chiaro quanto il tema più rilevante sia Kyrie Irving, fatto più che normale per un giocatore della sua levatura. Interessante la presenza tra i topic più discussi di Jae Crowder, il giocatore di “supporto” in questo scambio e di Wojespn, ovvero di Adrian Wojnarowski, bibbia del giornalismo NBA, per molti la principale fonte quando si parla di Basket in USA. Molto defilate invece Thomas, l’altro grande protagonista della Trade e le due franchigie.

scambio Irving - Thomas

Elementi rispettati per lo più anche nella word cloud, le parole più usate nei post riguardanti lo scambio. Da segnalare qui la presenza di PHISICAL, ad anticipare il tema degli ultimi giorni, ovvero le condizioni fisiche di Thomas che starebbero facendo rimodulare la trade.

scambio Irving - Thomas

Il sentiment della rete

Il sentiment riguardo la trade è fortemente neutro (95%), evidenziando una netta maggioranza di post a carattere informativo/giornalistico. In tal senso i retweet dei principali account di informazione sportiva la fanno da padroni. Un fatto per lo più comprensibile, ma non in modo così netto. Quando si spostano giocatori così e ci sono in mezzo squadre amate come i Celtics è facile assistere a post molto più “personali”.

I contenuti restanti vedono una leggere predominanza del positivo (5%), per lo più spiegabile con il maggior numero di utenti pro Celtics, felici dell’arrivo di un potenziale fuoriclasse come Kyrie. Andando ad analizzare questo 5% scopriamo che, escludendo i contenuti neutri, l’emozione dominante è infatti la gioia.

Molti i contenuti entusiastici sull’arrivo a Boston di Irving:

 

 

Non mancano però i post di ringraziamento a Thomas, autore di una stagione strepitosa e vero trascinatore anche fuori dal campo.

 

Solo i prossimi anni ci diranno chi avrà veramente “vinto” in questa trade. Per ora tutti contenti: i Cavs restano competitivi e, grazie alla scelta del 2018, preparano con più tranquillità il futuro, Boston fa un salto importante verso i top team NBA. Le prossime finali di Conference potranno raccontarci molto probabilmente.

NBA Finals: il pronostico del web

NBA Finals: il pronostico del web

Per un grande appassionato di sport e basket il le prossime settimane non saranno certo “normali”. Le NBA Finals non sono un semplice evento, sono l’EVENTO. Ancor di più quest’anno che paiono appassionanti e attese come non mai. I campioni in carica, i Clevaland Cavaliers del buon Lebron James contro la squadra dei record, i Golden State Warriors degli splash brothers. Una finale immaginata e sognata fin dall’arrivo nella baia di Kevin Durant, in missione per vincere finalmente quell’anello che lo porterebbe, come merita, tra i grandissimi.

L’arrivo a queste finali è stato per entrambi poco più che uno scrimmage, con sweep a ripetizione. Segno sì di una NBA sempre meno competitiva, ma anche di due squadre che, ad oggi, sono l’assoluta eccellenza.

Non potevano mancare le chiacchiere in tema anche al Social Bar Sport, subito diviso tra chi vede la conferma dei Cavs e chi il ritorno all’anello di Curry e soci. Ma sapete, a noi piace andare oltre le discussioni e farci accompagnare dai dati.

NBA Finals: parola al web

Oltre 490 mila i contenuti sul tema NBA Finals dal 1 al 27 Maggio. Basta un occhio ai topic connessi al tema Finals per capire di più su questo evento.

nba finals

In evidenza il sondaggio di Sportscenter, nota trasmissione sportiva tv americana, ma soprattutto la netta predominanza di topic pro Cleveland.

Guardando i termini più utilizzati invece, sono gli hashtag ufficiali #nbaplayoff e #nbafinals a dominare la scena.

Anche qui in maggiore evidenza i Cavaliers. Compaiono anche alcuni caratteri cinesi, segno della totale globalizzazione dello show NBA.

NBA Finals: chi vincerà per il web

Ma arriviamo alla parte più importante: chi è il favorito al titolo per popolo web? Vediamolo assieme.

Sarà la sicurezza del campione in carica, il roster migliorato o probabilmente il Lebron James formato Superman dei Playoff: Cleveland raccoglie l’ampio consenso del web (67%). Andamento segnato dalle vittorie delle due nei playoff ovviamente. I picchi più rilevanti per i Cavs sono successivi a gara due con Boston, dove, anche a causa del forfait di Thomas, parevano dei rulli compressori.

Un parere che pare senza appelli, ma non scordiamo mai che il web è volubile e proprio come le chiacchiere nei bar segue vittorie e convinzioni. Più ci avviciniamo alla palla a due e più il risultato torna ad appaiarsi, quasi in attesa della certezza del campo.

Se infatti ripetiamo l’analisi dal 22 al 27 Maggio a dominare è la parità, con un lieve vantaggio pro Golden State (51%). Come detto, il pathos dell’attesa sembra fermare ogni parola da bar.

Non ci resta quindi che sedersi ed aspettare l’inizio di questo grande spettacolo. Magari con una bella birra in mano… offre il Social Bar Sport.

NBA MVP, ecco cosa dice il web

NBA MVP, ecco cosa dice il web

Il più bravo, quello capace di fare la differenza, in poche parole il migliore. Questo è il senso del titolo di MVP (Most Valuable Player) che ogni anno va a premiare il miglior giocatore della regular season. A sancire ciò il celebre Maurice Podoloff Trophy, dedicato al commisioner NBA dal 1946 al 1963.

Un onore toccato ai più grandi: da Michael Jordan a Magic Johnson passando in epoche più recenti a Kobe Bryant e Lebron James. Un onore che quest’anno è conteso come non mai, con diversi dei top player NBA potenzialmente papabili di vincerlo. Il fresco recordman di “triple doppie” Russel Westobrook e il “barba” James Harden autore di una stagione fantastica da point guard (grazie anche alla cura D’Antoni) sono certamente quelli più dibattuti, con i fan del primo a ricordare la straordinarietà della sua regular season mentre quelli del secondo a ricordare il valore (fin qui sempre riconosciuto) delle vittorie di squadra come elemento determinante.

Il prossimo MVP @nba? Ecco chi dovrebbe essere per il web Click To Tweet

Harden e Westbrook, Westbrook e Harden, ma siamo proprio sicuri che siano solo loro i candidati? Ma ora finiscono le chiacchiere da bar e iniziamo a far parlare i dati. Il web ci racconta infatti una realtà ben diversa, con le conversazioni degli utenti di web e social che mettono nella contesa altri due inattesi (ma non troppo) protagonisti.

NBA MVP: parola al web

Il range utilizzato per l’analisi va dal 1 Marzo al 11 Aprile, così da prendere le opinioni più recenti e quindi nate sulla base di tutta (o quasi) la stagione. Evitare i playoff ci permette invece di non inficiare i risultati con le prestazioni che i protagonisti realizzeranno in post season (a noi interessa solo la stagione regolare).

Moltissimi i contenuti trovati su questo topic, ben 1,618,899 post rilevanti, a dimostrazione di un tema caldo e dibattuto.

L’essere e trattare un tema statunitense incide fortemente sulle fonti delle conversazioni: domina Twitter, canale ideale quando si parla di NBA, utilizzatissimo anche da giornalisti e giocatori. Rilevante anche la presenza dei forum, gli spazi più “tecnici” e popolati da veri appassionati.

Andando sui contenuti troviamo conferma a quanto anticipato: la contesa non vede coinvolti solo James Harden e Russel Westbrook. Basta un’occhiata alla word cloud, le parole più presenti nei post analizzati per notare la comparsa del solito Lebron James, capace di spostare seguito e conferme anche in stagioni “normali” (se così vogliamo dire) e di una piccola grande (non per me) sorpresa: Kawhai Leonard. Sorpresa non tanto per la statura assoluta raggiunta dal giocatore degli Spurs quanto per il profilo basso, anche a livello mediatico, che lo contraddistingue. Ben lontano dai clamori suscitati dagli 3 contender.

MVP @nba: corsa a quattro tra @jharden13 @russwest44 @kawhileonard e @KingJames Click To Tweet

NBA MVP: il vincitore per il web

Ma arriviamo al momento clou, chi è che secondo gli utenti web dovrebbe vincere il titolo di MVP per la stagione 2016/17. Westbrook (24%) e Harden (23%) come previsto sono appaiati, ma non per il primo posto. A segnare il passo con un netto 37% è il nuovo leader degli speroni di San Antonio, Kawhi Leonard capace, pare, di convincere non solo gli addetti ai lavori, ma anche il popolo di internet.

Pochi acuti forse, ma una solidità e continuità di prestazioni che non sono passate inosservate ai più. Marzo in particolare ha rinsaldato la posizione di Kawhi, grazie in particolare ad un Tweet di Undisputed (62,5k follower) con annessa questa dichiarazione:

 

Westbrook è andato invece a crescere, grazie all’avvicinarsi e al superamento del record di triple doppie stagionali di oscar Robertson. Aprile l’ha infatti visto predominare sugli altri. Il clamore del record ha senza dubbio avuto un ruolo chiave in ciò. Il picco del 10 Aprile è dovuto ad un tweet (e conseguente valanga di retweet) di Cj McCollum, giocatore dei Portland Trail Blazers, con annesso endorsement in favore di Russ.

 

Non mancano utenti che vedrebbero bene una vittoria ex aequo del titolo da parte di Westbrook e Harden. Molti di questi contenuti provengono da professionisti e giornalisti, più oggettivi e meno legati alla passione che contraddistingue i fan.

 

Se affiniamo la ricerca all’Italia troviamo ulteriori conferme. Un popolo di intenditori siamo: la vittoria di Leonard è ancora più rilevante con un perentorio 47%. Seguono Westbrook con il 22%, mentre Harden e James sono appaiati al 16%.

MVP @nba: per il web deve vincere @kawhileonard @spurs Click To Tweet

Conclusioni

Vedremo se l’opinione del web sarà rispettata e se Leonard riuscirà a portare a casa il titolo. A mio avviso sarà difficile, con Westbrook, ma soprattutto James Harden, favoriti. Il Barba ha dalla sua una strepitosa stagione individuale a cui accompagna però un importante record di franchigia (cosa che non vale per Westbrook).

Vedremo se sarà privilegiata la prestazione individuale o il numero di vittorie. Ad oggi in NBA ha sempre prevalso la seconda (ne sa qualcosa Kobe ed il suo unico titolo di MVP). Certo, ciò che ha fatto Russell è grandioso, ma se dovesse valere la regola del “vince il più forte” non si partirebbe nemmeno a discutere: starei sempre è solo con King James.